La cornice e' sempre quella del palazzo Chigi di Formello ed oserei dire per fortuna visto che continuano a fioccare mostre ed iniziative e che Formello dista pochissimo da dove abito! Stavolta sono andata a visitare la mostra che intitola l'articolo ed ho conosciuto anche l'autrice delle opere esposte. L'artista olandese Machteld Teekens, si è ispirata alle opere etrusche, ed in particolare al territorio di Veio. Non sono in grado di esporre sulle tecniche pittoriche usate, ma posso raccontarvi la mia esperienza.
Con Machteld abbiamo parlato di Letun (la Leto greca, la Latona romana e in ogni caso la mamma di Apollo), il primo grande dipinto che si incontra entrando ed e' stato interessantissimo al di la' dell'opera in se' poiche' mi ha aggiornata sul fatto che l'Apollo bambino, che la statua originale porta in braccio, quella che era sul tempio di Minerva al Portonaccio per capirci, potrebbe avere la sua testa in una scultura etrusca conservata al British Museum di Londra! Nelle teche di vetro dove sono esposti i lavori di dimensione piu' piccola della pittrice, ci sono anche degli esempi cui si e' ispirata Machteld rappresentati da libri sugli Etruschi. Uno in particolare e' aperto ed e' possibile vedere alcune immagini della statua di Letun correlate ad un paio che fanno davvero pensare! Per forma e tecnica potrebbe essere davvero plausibile l'idea che stiamo guardando parte della statua perduta, il piccolo Apulu!
Un disegnatore, P.S. Lulolf, ipotizza una ricostruzione piuttosto credibile.
Ma torniamo alla mostra. Alle pareti si raccontano i volti delle urne cinerarie viste a Volterra. I volti resi in modo personale dalla tecnica dell'artista corrispondono alle facce spesso rubiconde dei fu cittadini della citta' etrusca, quando ormai i fasti dell'Etruria arcaica stavano lasciano ampiamente il posto all'ellensimo ed alle forme d'arte piu' vicine a quelle romane ispirate alla Grecia classica. Tuttavia un occhio di riguardo e' riservato anche a tempi piu' antichi, alla raffigurazione dei cinerari della "tomba delle Cinque Sedie". Prevalentemente in bianco e nero le figure delle "mater matuta", dolci e solenni o anche piu' severe, sono tra le piu' belle dell'esposizione. Ai pilastri delle arcate sono appesi i grandi dipinti coloratissimi - acquarello sfumato, matita ed inchiostro - dove Machteld rappresenta anche l'Apollo di Veio che combatte contro la rappresentazione del male data da un grosso serpente, lo stesso che sconfisse da bambino per salvare la sua mamma! Poi la "Grotta del sonno" dove due figure azzurre, quasi f
antasmi, sono ritratti nel momento di entrare in un antro non oscuro, bensi' illuminato della stessa fluorescente luce dei due soggetti. Di nuovo un Apollo citaredo nella natura a rappresentare gli antenati dell'artista che intraprendono un viaggio da tanto lontano attraverso le Alpi richiamati dalla musica dell'arte. Infine il "Sonno nel Tempio" dove una famiglia riposa al sicuro, lontano dai pericoli. L'artista ha ricordato l'immagine di quando Londra bombardata dalla guerra offriva rifugio nelle gallerie della sua famosa metropolitana. Tocco finale, al
centro della sala in fondo al locale, una sorta di grande libro rilegato a fisarmonica mostra il testo stampato a mano sui due fronti della poesia 'Colore' nella traduzione italiana di Ivan Aguzolli e nella versione originale olandese.
Ricordo che la mostra restera' aperta fino al 6 marzo. Troverete i dettagli cliccando qui. Noi invece potremmo ritornare ancora sull’argomento, lo sapremo pero’ solo tra qualche giorno, percio’ continuate a seguirci!
Tiu
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