In mezzo ad una natura tanto rigogliosa e' difficilissimo immaginare una diga che nei punti piu' alti poteva raggiungere i 20 o 30 metri. Il bacino generato era un'importante riserva idrica dove l'acqua era un bene prezioso tantopiu' che con il tempo iniziava a scarseggiare. Il bacino consentiva all'acqua di decantare e quindi purificarsi dalle impurità che finivano sul fondale. Inoltre a sua volta alimentava un certo numero di condotti idraulici che facevano raggiungere all'acqua i punti di utilizzo. Per la realizzazione dello sbarramento-diga, il materiale da costruzione venne scavato nelle immediate vicinanze. Sono visibili anche gli intagli dei mattoni pronti per essere estratti dal banco tufaceo. I pochi blocchi presenti ancora oggi, adagiati sulle rive del torrente, sono comunque in grado di dimostrare l'importanza e la maestosità dell'opera anche se purtroppo, come spesso accadeva in passato, una volta che il sistema era andato in disuso se ne "riciclavano" i materiali per altre costruzioni.
La visita ha consentito di percorrere uno dei cunicoli d'accesso, scavati interamente a mano, allo sbocco dell'acquedotto: veramente suggestivo! Tantopiu' che per un errore di calcolo il cunicolo che si percorre e' molto piu' alto del consueto poiche' originariamente era stato scavato piu' in alto. Infatti e' evidente poi il brusco cambiamento di direzione verso il basso dove si interrompe lo scavo precedente.
Proseguendo con attenzione per via del terreno reso molle e tremendamente scivoloso a causa delle piogge precedenti si raggiunge il sommo di un colle denominato Monte Michele dove, non sempre graziate da un'accurata pulizia della vegetazione incombente e locate in un terreno adibito a pascolo (con tutte le conseguenze che questo comporta...), ci sono i resti di alcune tombe gentilizie del VII sec. La piu' importante e' quella detta "del Principino". Se ne distinguono almeno tre vani: il piu' grande era destinato ad uso padronale, dei due piu' piccoli uno era dedicato alla sepoltura di una infante, l'altro a quella di un giovane di non piu' di vent'anni la cui urna fu adagiata su un carro e seppellita con un ricco corredo di armi, gioielli e suppellettili da cui poi derivo' la denominazione della tomba. Nei dintorni quel che resta di altre tre sepolture, anch'esse piuttosto male in arnese, nelle quali pero' sono stati trovati reperti importanti che sono purtroppo ancora in attesa di essere esposti.
Tornando indietro verso il punto di partenza, un'ulteriore occhiata ad una grotta che in realta' e' l'ennesimo canale dell'acquedotto deformato dall'erosione geologica dei secoli tanto da aver perso l'aspetto del cunicolo.
Disponendo della conoscenza del territorio comunque e' possibile fare questa escursione anche personalmente avendo comunque l'accortezza di avvertire i proprietari del terreno (i gestori del parco naturale "La Selvotta").
Di seguito una breve galleria fotografica dei luoghi visitati, ma vi consiglio di farci voi stessi una scampagnata!
Tiu
P.S. Cliccando sullo slideshow fotografico si aprira' una pagina con le foto in miglior risoluzione!